Sospiretto seducente

John William Waterhouse;  Windswept
John William Waterhouse; Windswept

Sospiretto seducente,
la tua carta vincente,
il labbro morsicato e fremente,

linguetta scollata.

Batti sul biliardo
le astute metriche
e poi ti dipingi il corpo eccitata,
tutto al suo posto,
le parole e piccole soste
d’amore nei rimandi
e pochi dorsi e pochi accalorati abbracci,

avviluppata sei su te stessa.

E smorza l’attesa il vento
e la pretesa fumo disilluso,
rinchiusi insieme eppur distanti

brilliamo desiderosi

e tu dici sono qua.

Il decolleté fa uno smacco
ammiccante e sognante
in un istante ci innalza
e tira giù la tua spalla,

è misteriosamente una tazza inclinata
ed in un respiro svelata.
Tre punti,

vai tocca a me,
stasera ci divertiamo
togli pure le converse
e dirama il discorso in un bacio profondo,

il desiderio c’è, è in noi sai
l’encomio profumato
da moralità boschive
e saltimbanchi soli pretendenti
dell’ilarità, della sincera dualità
brutale e oltremondana,
così faccio centro
e tu ti lecchi le dita,

oh yeah!

Incroci e bazziche
non mi riescono ma a gradi
ti sfilo le illusioni perverse,
l’extension rimandata a settembre
ma adesso pensiamo al qui ed ora,

costellazioni influenti
e virali beffe astratte e sinestiche
le tracci e hai ragione,

tocca a te,

declina in alemanno prebabelico.

Il sole tarda ad arrivare,
le spiagge lasciale stare,
stai meglio avvinghiata in pasta
di miglio fritta e imburrata,

il rossetto mangiucchiato fa stampo
sul campo stordito e i tuoi occhi sbagliano
il tiro centrando me e ridendo.

Ascolti i rumori,
i mercati rionali,
le viuzze serali romantiche
e mai dimenticate.

Pozioncina dolciastra,

imbrattata speranza,

il mondo pone altrove le premesse,
ma son comunque nostre le stesse.

E l’incanto non manca,

scherniti combattiamo,
le stecche stellari battaglie,
spade tratte e pungoli sicuri,
colpi audaci al sapor di miele
e d’ambrosia, nettare condito
al maraschino e poi…
lasciami due tiri,
in tutti i sensi,

dammi il punteggio scaltro
che porge al verbo l’orecchio.
E l’entusiasmo non manca,
non manca la dolcezza né la tenerezza,

le doti e il gessetto violaceo sulle guance.

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