Sospiretto seducente,
la tua carta vincente,
il labbro morsicato e fremente,
linguetta scollata.
Batti sul biliardo
le astute metriche
e poi ti dipingi il corpo eccitata,
tutto al suo posto,
le parole e piccole soste
d’amore nei rimandi
e pochi dorsi e pochi accalorati abbracci,
avviluppata sei su te stessa.
E smorza l’attesa il vento
e la pretesa fumo disilluso,
rinchiusi insieme eppur distanti
brilliamo desiderosi
e tu dici sono qua.
Il decolleté fa uno smacco
ammiccante e sognante
in un istante ci innalza
e tira giù la tua spalla,
è misteriosamente una tazza inclinata
ed in un respiro svelata.
Tre punti,
vai tocca a me,
stasera ci divertiamo
togli pure le converse
e dirama il discorso in un bacio profondo,
il desiderio c’è, è in noi sai
l’encomio profumato
da moralità boschive
e saltimbanchi soli pretendenti
dell’ilarità, della sincera dualità
brutale e oltremondana,
così faccio centro
e tu ti lecchi le dita,
oh yeah!
Incroci e bazziche
non mi riescono ma a gradi
ti sfilo le illusioni perverse,
l’extension rimandata a settembre
ma adesso pensiamo al qui ed ora,
costellazioni influenti
e virali beffe astratte e sinestiche
le tracci e hai ragione,
tocca a te,
declina in alemanno prebabelico.
Il sole tarda ad arrivare,
le spiagge lasciale stare,
stai meglio avvinghiata in pasta
di miglio fritta e imburrata,
il rossetto mangiucchiato fa stampo
sul campo stordito e i tuoi occhi sbagliano
il tiro centrando me e ridendo.
Ascolti i rumori,
i mercati rionali,
le viuzze serali romantiche
e mai dimenticate.
Pozioncina dolciastra,
imbrattata speranza,
il mondo pone altrove le premesse,
ma son comunque nostre le stesse.
E l’incanto non manca,
scherniti combattiamo,
le stecche stellari battaglie,
spade tratte e pungoli sicuri,
colpi audaci al sapor di miele
e d’ambrosia, nettare condito
al maraschino e poi…
lasciami due tiri,
in tutti i sensi,
dammi il punteggio scaltro
che porge al verbo l’orecchio.
E l’entusiasmo non manca,
non manca la dolcezza né la tenerezza,
le doti e il gessetto violaceo sulle guance.