John William Waterhouse; Ondina; 1872
Si schiarisce l’atmosfera
Senza accorgersene
dimenticare
il sentiero
con le sigarette
mani legate
e nostre storie
strette al petto.
Poi per dispetto
divagare
e dire tutto
quello che
non ricordi
di Verne
o di Baudelaire.
Mentre stringo i pugni
sbuffi atroce
ed è prima mattina,
fatti già a quest’ora,
guarda non si può
restiamo avvinghiati.
Amo te,
piccola,
amo te,
solo te
da domani
sarà diverso
ma tu ti giri
e soffi al vento
folle.
Quando parlo
vaghi assorta
nel tuo
décolletté,
poi sei strana
parli tu!
E intanto giochiamo
ancor sul letto,
monti e colline.
Digerire
il caffè
nero pece,
ber petrolio,
vino rosso,
martini
e due omelette.
Voglio te,
voglio la tua pelle
voglio crescere
in dissonanza.
Ami me,
davvero?
Il capoverso è l’introito
del nostro universo.
Ancora
le duecento lire
trinità
fumante
Pensi ancora a me?
È già sera
e si schiarisce l’atmosfera.
Hay Dios
Atroce questo lamento
ruttante da ragazzini
di uomini e donne
che non credono al divino,
che rinunciano
sgualdrini al loro archè,
vittime
solo di sentimenti bassi,
sensi che definiscono alti
inversione apodittica del sentimento
e del senso
canone oscillatorio.
Non digerisco
l’assurdità
di un mondo dove
la violenza la fa da padrone,
vi dite comunisti
ma siete gli ultimi figli
del liberismo postmoderno.
Morite senza voi stessi,
rinnegate la vostra intima essenza vitale
e divina.
Bravi
vi occupate di scienza
trattata come giustificazione razionale
del vostro pensiero flatulente
ma odiate la matematica,
perché non lo prendete
nel vostro plebeo deretano
altezzoso.
Ci sono ancora esseri umani
che si definiscono atei
e ci credono perfino.
Lampo di luce, noi spersi
E’ solamente
per ricordarti
di anni orsono
quando io
perso
come sono ora
spingevo oltre
l’acceleratore
della realtà.
Giorni perduti
e tu guardavi
l’andatura
scostante,
ti seppelliva
di incongruità
era distesa d’erba
che desertifica
i miei atteggiamenti
irrazionali
mentre stranito
ti baciavo.
Ora mi manca
il 23 marzo,
l’amore,
sangue,
verginità,
tu sempre
splendida
anche se non parlo di te
non ti dimentico.
Il centro salutare
è orribile,
non immagini,
sono
l’ultimo guerriero
di luce prigioniero.
Ti ricordi
quando anche la follia
era compromesso
e vita altera.
Così perverso
amavo tanto
pur senza
respiro
tu e le tue
ansimanti grida
di godimento.
Ti amo
anche dopo.
Tu non esisti
oramai
sei solo
il mio passato belante
e la gloria
è finita,
non c’è più
nemmeno
un’etnica moda
alternativa.
Lampo di luce,
noi spersi.
Giovani 2007-2009
Sognatrice
sogna sogna,
micina dolce
sei 86,
chimera oscura
dark,
Giulia non esce la sera,
favete linguis,
magica cicerina,
giurista svogliata,
il codice civile,
biancoconiglio
chimery,
Kymery,
penso
magdala,
sento,
amore,
poi
medea17,
mistero
il numero 7,
sogni
l’entusiasmo
tenero,
finto come
sigarette
ingiallite,
pogo
con lemure,
community
o soltanto
anime perdute.
Passano
gli anni
e le chat
sono sguardo e te.
Sento
l’entusiasmo scomodo,
fiume di gennaio,
serenellosa
olè,
le sottane
di ragazze,
Istene dodici,
masterpiece ventisette,
jhon titor,
menphis75,
silversilvan
strapiombo
scosceso
su voragine
perduta.
Versi osceni
Passano questi anni,
trenta ne conti,
devi assolutamente trovare
la tua strada
è tardi
questa volta
è l’ultima possibile,
ora lei non c’è.
Come l’ho vissuto
il patto atroce
e loro
più non ci sono,
io bevo e fumo
e anima
più non ho,
sperso in me
tra musica.
Nuove donne
guardano oramai
cose che
neanche comprendo,
ma la dignità
in alcune di loro
la trovo ancora
(scorgo ribellioni
puberali).
Ho più paura
di quando,
quattordici passati,
scesi
fino
all’estremo
dell’inferno.
Tu dove sei?
gelo!
Ti sei vista allo specchio?
sei
peggio
di ciò che eri.
Hai rinnegato te stessa,
hai rinnegato ciò
in cui credevamo.
Io, semplice poeta,
non pretendo nulla
che non sia
dominio assoluto
determinato
e scandito
nei versi osceni.
Sto
peggio,
sono perso
e non tornerà
il futuro remoto
se non volgerai lo sguardo
verso
il diecimila
(anni
avanti cristo)
scomposto
dallo sgomento
acido
delle scale musicali.
Dolcissima anima
Stesa su splendidi
specchi lunari,
siderei gli orizzonti,
la nomino
sensuale
tra
le anime silvane
ove la divinità
porge senso
allo splendore
del cuore,
anima persa,
e i cirri
selenici
e boschivi,
stringendo
le dolcissime
voluttà corporali.
La ragazza
che timida
spinge austero
il pensiero
al di là della
nostra parva,
sensibile,
percezione
terrena…
Eterea è
la più candida creatura,
bestiola,
simpatica
nella declinazione
splendida
del suo corpo
tremante
e altero,
è un po’ il rifugio,
porto sicuro,
di noi
che l’appelliamo
balbettanti
alle sue note
che scorgiamo
tra i versi
dolcissimi suoi
e tiranni,
amori sorti
stemperati
dalla luce
notturna
di ciò che non so
e non possiamo
dire
se non di nascosto.
L’ente che fu e sarà
Nella notte
strana
quell’ombra,
la tua, che mi segue
tra tempi perduti
e templi di terracotta
quando
oramai
nemmeno tu ci pensi
oppure
magari sorvoli
se è tutto finito
per decisione
posta irreversibile
ma alle
otto e mezza
noi aspettavamo,
nove meno un quarto,
e il solitario
svolazzo
è tripudio
d’amore assoluto.
Tu e lei
ed io
trinità
deludente
per eracliteo
volteggio
sciupato,
Mabus
vita sprecata
ieri
oramai andato,
tutto perduto,
l’amore
resta
ma solo in monocromo
se lei e tu
lontani
da me,
lontani da voi,
restiamo
nell’incanto passato,
e vittima
e carnefice
pagano entrambi
e non si capisce
la definizione
ontica
del perdente
né l’ontologica,
la nostra essenza
cos’è
e cosa fu,
dimmelo.
MA
tra viuzze
A
tra docce fredde,
orgiastiche
rimesse
tramonti
al mare,
Napoli
o
Corso Umberto,
stilismi
assurdi,
decime assurde,
tutte le ideologie
perse
nell’eterno
stato
mentre sé stessi
assorti
nell’ente
scorgono
l’essente
della relazione
e perdono l’essere
della storia,
scoprono storditi
l’ente
che fu e sarà.
Quando triste mostravi il volto gelido
Quando triste
mostravi il volto gelido
di inverno
appena cominciato
mentre
le serate
serenate
erano fuochi d’albergo,
indiani
della nuova era
con
rivoluzionari da strada
sull’asfalto.
Let scardiuminu
santur
medin.
Credi
che possa dimenticare
l’accento cartaginese
del 2002
mentre no global
gridano alla rivoluzione
ma cemento
sarà fra cinque anni
la crisi
e noi schiavi
senza
altezzosa
determinazione
se non giochi
finiti
nell’estro
oramai
sciupato e dimenticato
(troppa razionalità,
siamo divenuti prevedibili
e dunque dominabili).
Estar
Deminiu
Ocru.
Contieni le tue passioni
Contieni le tue passioni
a piazza del Gesù Nuovo
e scorgerai in un sorriso
Filippo nolano
o Benedetto
studente
di legge fori corso.
Così non te ne pentirai,
il sonno sbiadito
e la diva Brigith,
Partenope
echetto lontano,
novembre magico ai Decumani.
Selene
strizza l’occhio
agli adolescenti
rivoltosi
e riluttanti
mai esausti.
Forza tendente all’infinito
Scomparisti
appena
fui sveglio
e decenni
furono rovina
e eclissati
secondi.
Non sei
l’unica
ma sicuro la più splendente.
Signora
degli anelli,
dominatrice,
occhi azzurri,
sei l’ombra
dell’irreale.
Vorrei contenerti
in un solo pensiero
ma la mente s’espande
quando
penso di te,
sei opposta
eppur
ti sento viva
e mia.
E
sei lucente
e sei
maravigliosa
sei la breccia
cupa dell’iperreale.
Vorrei
stasera,
se impegni non hai…
Sdraiato
su tralicci
di bambù
pensavo vertiginoso,
sei soltanto
un desiderio,
una forza tendente
all’infinito
inclito
e superiore
delle sfere
alte
e al di là del bene e del male.
La sonata dell’uomo
Il sole divide
il cielo dalla terra,
la luna unisce
abisso tenebroso
ed essere in sé contemplato.
Gli spagnoli
son mistici
i portoghesi
tutti cattolici e santissimi consacrati
gli amerindi latini
rivoluzionari,
non ci son atei
nel verbo iberico,
gli italiani
sensuali romani,
i francesi cortesi
dolcemente volgari apicali,
i rumeni
magici incantatori,
non ci son atei
tra i latini.
I germani,
i finnici e gli scandinavi
sono divini e maestosi
come il cobalto dai corni,
gli inglesi,
gli americani,
ed i canadesi,
filoprotestanti laici,
figli del destino,
non ci son atei
tra i barbari.
Gli indiani
ed i mediorientali
musulmani
e tibetani,
non ci sono atei
nel Medioriente.
I cinesi
comunisti imperiali,
i russi
comunisti ortodossi,
i giapponesi
liberali samurai,
non ci son atei
nell’oriente estremo.
Come è sopra
così è sotto
ora
ed in eterno,
l’uomo è riflesso
del divino,
materia ed energia,
luce e posizione.
Gli esseri sono
forma, sostanza
e scintilla.
Definizione di ateo
Essere umano
sottoposto a lobotomia volontaria
e costretto,
in piena scienza e coscienza,
a vivere in uno stadio evolutivo
inferiore
ad animali,
vegetali,
finanche a minerali
ed utensili.
Estetica
“Sono atea”
Allora studi un po’ meglio e ci vediamo al prossimo appello.
Paradiso
E’ stupendo
danzare con Dio,
cantare con le schiere angeliche,
pogare con gli apostoli
(e Maddalena vott’a fa’ male)
Il destino comunque sarà
Viene sventolando
la diramazione
dell’esistenza
consumata inautentica
senza
pensieri velati,
potrebbe
spostarti l’orizzonte
degli eventi
che sai
da sbalzi climatici
si inverte
e si genuflette
come fosse sentimento
neosolventi
intensi,
volatili,
pensili
e babilonia
danza
tremante
nel solito aggeggio
estroverso
l’armeggio
dei tuoi occhi,
dei miei.
E dicono anche
che misteri
ne pullulano
ma è sì e no,
l’esitazione
puro il cuore
di chi ha chiaro
l’entropico volteggio.
E la verità
ricercata
tra soluzioni
possibili
ma comunque
circolo
e monte d’Apollo,
anello di Saturno,
pollice in su.
Linee tratteggiate,
altre croci,
alcune sono
vere pretese
realizzate.
Il destino comunque sarà.
Timido bardo
Sull’orme dell’Avello
tra gelo e tedio
per sentieri traviati
in battaglie
passate,
eroi stanchi di un tempo.
Parlare è troppo semplice,
ogni notte la stessa storia.
Tuttavia
è troppo tardi
la risposta
in te troverai.
Augusta
delle grazie
il respiro
placido sarà.
I menestrelli barbari,
fine ottocento,
non c’è musica
negli occhi
candidi e neoclassici,
ma risposte
sono note
nelle novene invernali
tra strenne
e zanzare,
l’apodittico
quesito di sempre,
sassoni e bretoni
sotto il castello in rovine,
draghi blasfemi,
nomi alteri,
sei tu
la piccola meraviglia d’universo,
sei tu
l’esistenza
ontica
in sé
o cosa
distorta,
sarà l’ombra della realtà
quella
d’Anhovà,
al soccorso assoluto
dell’infinito.