Arte e Letteratura; William Adolphe Bouguereau; 1867
“La loy du Sol et Venus contendus,
appropriant l’esprit de prophetie:
ne l’un ne l’autre ne seront entendus,
par sol tiendra la loy du grand Messie”.
Dalle Canarie al Pacifico,
da Bermuda alle terre emerse d’occidente,
dall’Europa a Giove folgorante,
luci abbagliano i crateri,
sommità dei desideri,
luccica la terra di Saturno;
un’esploratrice dell’ottocento,
la rincorsa e la metempsicosi quasi attuale,
la lotta all’Hydra sfuma
ponendo alleanza nell’incontro
affermativo
dell’essere restio
ad evitare compromesso e senso di rivalsa,
intanto l’aborigeno fugge con la canoa.
Alimentati dal fuoco ma
con poco carburante
spremevano l’intenzione
della navigazione
esseri bipedi e bassini
accordando i loro flauti di traverso
per scendere nel punto
diciamo controverso,
nella nostra comune intesa
dell’entropia marcata scardinava ,
in meditazione
e senza troppi spasmi,
abbracciava l’eterno e tutto l’universo,
la mano sembrava lambire
e a tratti accarezzare confini
dal profumo d’assoluto.
Le corde del percorso
sono tese all’inverso,
possiamo ritenerli giochetti coi fiocchetti,
vezzeggiativi i punti esclamativi
legavano le pretese
tra rocce scoscese,
la ragazza era sempre più distratta
e si forniva di bucoliche aspettative
non riuscendo ad entusiasmarsi per null’altro
che non fosse l’ossessiva e folkloristica danza
preludio del controllo mentale
techno
nel sorbire atroci congiunzioni
tra md ed ma.
“Gewiß, so liebt ein Freund den Freund
wie ich dich liebe,
rätselvolles Leben!
Ob ich in dir gejauchzt,
geweint,
ob du mir Leid,
ob du mir Lust gegeben,
ich liebe dich mit
deinem Glück und Harme,
und wenn du mich vernichten mußt,
entreiße ich schmerzvoll
mich deinem Arme,
gleich wie der Freund der Freundesbrust”.
Traversavano la dogana i bimbi a testa alta,
erano precoci nel porsi alle ambizioni,
fanciulli della trincea colmi d’entusiasmo
ma l’estasi finiva se ti crollava addosso
un rimbombo assordante,
se si sconnetteva il cablaggio,
se il filo dell’elettrodo
tendeva ad un doppio positivo.
Nella scuola filosofica Diogene
si calava spettinato,
gli indici doppi indicavano terra e cielo,
alcuni con l’astrolabio misuravano
la circonferenza della terra,
il Beta li correggeva,
ma più la luce si avvicinava ad Alessandria
più il calcolo indeciso diveniva preciso.
Non riusciamo a vedere universi paralleli
né nel macrocosmo né nell’infinitamente piccolo,
siamo ritornati a confermare il panteismo
seicentesco
senza dimenticare il panpsichismo insito
e puro
degli assiri.
Il ricordo sfuma appena,
tu su consiglio di pseudoidee a te arrivate
e molto poco orientali,
etalage,
tra cento anni non ve ne sarà più
memoria,
scrivi per constatare ciò che non sai
spiegare
e giustifichi con la ragione
flussi intensi d’energia
unica realtà che comprende
ogni essere ed ogni essente.