Cala il sipario
rigurgito del secolo passato
troppo ingozzato,
troppo cromato,
su te che di primo acchito con l’occhio
insegnasti
sei copia del giovine allievo
in se stesso più autentico e generante
tu centrale ti annulli intrinseco dall’esser che sei
e lasci il resto di là
nell’altrove
ricordo che non t’appartiene
se non con lo sguardo
strabico che tutto vede
sei l’Argo del miele
nel gin.
Alla tua sinistra
castoro di sempre
annoiato dall’autodidatta in biblioteca
dall’autodidatta
con le tue scarpine
tacco
danza tribale.
E la tua Simone
tra un uomo ed una donna,
meglio le donne
a sorseggiare caffè
a Germain des Pres
amplesso che critica
i draghi e la crisi
Vicky
Docile lei,
divina in sordina,
spietata
paradisiaca.
Math e Mathilde
nella proprietà
associativa
commutano
già
sui binari
col volume, banchisa
del treno.
Ed io vivo i metrò,
quarta scala.
WennerKammer
Lo specchio ed Alice
Sul tetto,
lisergica assenza,
vertigo d’assoluto
e c’è un po’ di vento .
Tra il Covid e la DAD
Algeri ed il Vietnam
I liceali fuori scuola,
non è ancora sera.
Bisessualità,
cara Simone
è come lode
Agatha Sophia
Math,
moderno l’ingresso alla logica tua
elusa.
E c’è un po’ di tomismo
nella quaestio della scelta.
E l’epoca del Terrore
Tra kalashnikov e Robespierre
Danza e punkeggia
Il vero velato e solo del pensiero formante.
Cosette, la slava
Olga illustrata,
Elisabetta ed altre tre,
vai Simone
Germain des Pres.
L’accordo sulla mezzacoda
è musico impiccato
nuda la gioventù
con le stellette,
E dunque non puoi ammettere un superego
se fai sul serio,
momento d’estasi,
ebbro.
Lucido libro.