Lucido libro ipercromatico

Robert Combas; la Scia di Sarte

Cala il sipario

rigurgito del secolo passato

troppo ingozzato,

troppo cromato,

su te che di primo acchito con l’occhio

insegnasti

sei copia del giovine allievo

in se stesso più autentico e generante

tu centrale ti annulli intrinseco  dall’esser che sei

e lasci il resto di là

nell’altrove

ricordo che non t’appartiene

se non con lo sguardo

strabico che tutto vede

sei l’Argo del miele

nel gin.

Alla tua sinistra

castoro di sempre

annoiato dall’autodidatta in biblioteca

dall’autodidatta

con le tue scarpine

tacco

danza tribale.

E la tua Simone

tra un uomo ed una donna,

meglio le donne

a sorseggiare caffè

a Germain des Pres

amplesso che critica

i draghi e la crisi

Vicky

Docile lei,

divina in sordina,

spietata

paradisiaca.

Math e Mathilde

nella proprietà

associativa

commutano

già

sui binari

col volume, banchisa

del treno.

Ed io vivo i metrò,

quarta scala.

WennerKammer

Lo specchio ed Alice

Sul tetto,

lisergica assenza,

vertigo d’assoluto

e c’è un po’ di vento .

Tra il Covid e la DAD

Algeri ed il Vietnam

I liceali fuori scuola,

non è ancora sera.

Bisessualità,

cara Simone

è come lode

Agatha Sophia

Math,

moderno l’ingresso alla logica tua

elusa.

E c’è un po’ di tomismo

nella quaestio della scelta.

E l’epoca del Terrore

Tra kalashnikov e Robespierre

Danza e punkeggia

Il vero velato e solo del pensiero formante.

Cosette, la slava

Olga illustrata,

Elisabetta ed altre tre,

vai Simone

Germain des Pres.

L’accordo sulla mezzacoda

è musico impiccato

nuda la gioventù

con le stellette,

E dunque non puoi ammettere un superego

se fai sul serio,

momento d’estasi,

ebbro.

Lucido libro.

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