Frank Cadogan Cowper; Vanità
Pensieri per te
Pensieri per te
in notti d’insonnia
e verbo scarso,
sesso ad oltranza
e le labbra smorte
per entusiasmi
sopiti
e grida
di godimento.
Puoi anche
scrivere
di me
parole perse
mentre mi fissi
e dici
smaniosa
non so
se va
né perché.
E continui con la musica
accendi
a mille
e ti sento
tutta bagnata ed in fermento
l’una di notte
come sempre
accendi la pall mall
e ti dipingi
di un ricordo
mentre
ti stendi
lato opposto
della luna
sguardo da
sogno desto
di mezz’autunno
mentre trovo
te.
Con
coraggi che
sono impensabili,
erronei,
mal scritti
ed un lento ci sta tutto
a dorso
delle lenzuola
sporche di sangue.
Non ci siamo proprio
Non mi piace ciò che pensate
né il ragionamento sotteso,
né l’impalcatura parca.
Non mi piace quello che dite
né come lo dite.
Nuovissimo mondo
Suona nel rimbombo l’ipocrisia
quello che tu dici
lo hai studiato
da face
e non è che sia rampante
la corsa
scimmiesca
verso soldi
ti venderesti
l’anima,
non ci pensare,
chi l’ha fatto ti dice
che io scherzo
col fuoco
io posso
ma tu non puoi.
Arriverà la vendetta
mentre non ve lo aspettate,
mediocre
è l’orma del vostro rancore.
Un raggio illuminerà
il mio entusiasmo
ed il vostro coraggio
non è adolescenziale
né bipolare
quindi fottetevi.
In silenzio la vendetta verrà
delle anime perse.
Ed a tutti
quelli che credono
nell’occidente
nuovissimo
laico
e filoprotestante
vi invito
ad andare a cagare.
Finirà lo splendore
dell’orma di Wall Street.
E finirà
il giocattolino
dei grandi
parvi sui loro servi
assetati di soldi.
Noi anime perdute
e sole
siamo in etimo salve,
demoralizzate,
senza pudore
né paura.
I miseri erediteranno il mondo
i miserabili non arriveranno
al banchetto nuziale.
Ragazzina
Chi crede
nell’eterno
sente il portamento
del nulla
che lo invade
e lo pervade,
assapora il sorso
dell’ente
che mentre trema
santifica in sé.
E siamo piccini
ma ribalta la realtà,
mai il vero
così forte si impose,
dal 44 al 45,
1936 2025,
ecco i varchi
ed inverti il calcolo numerico
derivato.
Dammi l’erba
del gaudio
estroso.
Cos’è che pensi?
la carriera
e la frenesia
e se l’università
è la vergogna positivista
della società
nutro l’ultima speranza
nello sguardo teso,
nell’occhio lucido
dell’ultima matricola,
tu ragazzina
salverai il mondo,
non io,
non loro,
noi.
Tu.
ISIS-MCDONALD
Chi non ama
cede alla violenza,
chi non si fa una pelle
taglia le teste
e sostanzialmente
è colpa dell’occidente,
soprattutto delle risposte
che la religione non vuole più darci.
Per combattere il fanatismo
ci vuole un esercito di santi
(magari giullari per non tradirti
ma un piccolo travaso va fatto,
dai)
ebrei, musulmani,
cattolici.
I puritani mi hanno sempre ricordato
gli schiavi-utensili del capitalismo,
il fastidioso ronzio delle mosche
al mercato,
e parlo di ambo le parti.
“Ci siamo intesi?
Dioniso
contro il crocifisso”.
Questioncine interpretative
C’è gente che non capisce
che la materia muta e non si annichilisce.
E comunque
Dioniso si fa uomo
muore
e risorge,
questo è il simbolo.
Il crocifisso è un mezzo,
momentaneo.
Mo’ lo avete capito,
e non scrivete più stronzate,
per favore.
Ah e soprattutto
non fatemi essere più così esplicito.
[Rit.]
“Ci siamo intesi?
Dioniso
contro il crocifisso”.
Martirium
I martiri muoiono,
non uccido.
E soprattutto non dicono
cazzate.
Matrimonium cum manu
Va bene, va bene,
però per sempre,
insieme,
indissolubili
e magari pure dopo la morte.
Se uno deve essere martire
almeno lo faccia bene,
non ci si sposa a tempo determinato,
ad ogni azione
corrisponde un’eternità
che puoi sospendere
ma non eludere.
La memoria conserva tutto,
anche uno sguardo.
Sei padrone delle scelte
non delle conseguenze.
Cuius regio eius religio
Americanini
non fate i padroni del mondo,
vi riesce male
e inguaiate pure noi.
Almeno alcuni hanno prezioso il senso di comunità
che voi avete barattato
col meretricio della società.
Siamo persone
non individui,
su questo dovete dare l’ onore delle armi
a cattolici,
musulmani
e comunisti.
Cola di “Renzi”
C’è bisogno che parli?
Un veltro malriuscito.
CCCP-ART 18
CCCP: “Guagliò scegli,
meglio disoccupato morto
o lavoratore infelice?”
Cap: “C’è un’alternativa,
una unica,
schiavo a tempo determinato,
ogni tanto,
quando servi
e casomai servi”
Ma perché non ragionate
un attimo
in n dimensioni?
Decisioni sofferte
I politici, i giudici e gli avvocati
ti diranno sempre che la loro decisione
è stata sofferta
e non ci hanno manco dormito la notte.
Pragmaticamente
(non voglio fare l’idealista
o il retorico
perciò sono concreto)
praticamente dicevo
però a loro non gli brucia il culo.
Ah e ieri notte hanno dormito
e russato pure.
Agli svegli
Il Colosseo crollerà
sul capo dei giovani svegli,
rampolli,
arrivisti
rampantisti.
In un attimo si riaccenderà
il fuoco di Vesta.
Banchieri
e vertici
del potere occulto
e non
si rifuggiranno
in caverne
e pregheranno Dio
per morire
ma Egli non li esaudirà.
Nessuna preghiera
nostra
fermerà
la Destra potentissima
del divino,
la sentenza vi pende sul capo
come spada di Damocle.
Il Grande Giovialista
sarà tremendo giudice.
Anche Roma perirà
e gli scorpioni
saranno trafitti dal loro
stesso pungiglione,
le serpi dal loro veleno
infettate.
Politica per passione
Fare politica per passione
è come giocare a golf
con due palle:
quelle del popolo.
Quiz
I Quiz
e i giochetti
sono il trastullo degli ignoranti.
Rendono la civiltà ottusa
e serva.
Nella vita reale
una risposta non è mai
o falsa o vera.
E nemmeno in quella astratta.
Evoluzione
L’errore,
il punto che non tiene,
lo sbaglio umano,
il maledetto,
il rinnegato,
lo scarto dell’umana stirpe,
il fallito,
questi sono la molla
dell’evoluzione
gli altri
sono passanti distratti
della storia.
Agli stupidi
Non capisco questo snobismo
e questa segregazione razziale
anzi percettiva.
Gli stupidi sono tali
perché hanno ancora
il coraggio di stupirsi.
A me preoccupano i sani,
militano nelle SS,
“la fossa del leone
è ancora realtà”.
E’ questo il segreto
E’ questo il segreto
di notte
mentre allo specchio
nascosta dici che
non è questa la memoria
che
imprimevo
su stampi di gesso.
Comunque
va bene
questo non vale
l’ombra
della risposta universale.
Comunque
non ricordo
neanche chi sono,
figurati il suono
di parole perse.
A volte
risplende lucente
l’umido dei tuoi occhi,
è vero,
non ho quello
che vuoi
ed è per questo
che recito
quasi a memoria
ciò che
non ricordo.
Comunque è così
al di là
di loro,
noi siamo,
il suono della tua parola
è l’orma della mia.
Quello che c’è
non ha
perché non sa.
Quando sei dolce
non è che
sai
dirmi no.
Comunque era questa
la risposta,
la tua gloria
sommamente
nell’infinito
lodata
in eterno.
Questioni “Legali”
I sofisti del diritto
non sono furbi
né tantomeno scaltri,
sono semplicemente ridicoli.
Mi diverte lasciarli parlare,
assecondarli,
il loro ego si gonfia
e da ridicoli
divengono
patetici.
Fatemi capire
Aspé aspé,
fatemi capire,
mi so’ perso qualcosa:
chi fa i soldi è in gamba
ed i poveracci sono degli sfaticati?
mah!
Agli esseri umani
Ma chi ve sape!
Come va il mondo
“E’ così che va il mondo”.
No,
è così che vi fa comodo
che vada il mondo,
e poi non lamentatevi
ad uso e consumo vostro.
Se avete pronunciato quella frase
vale pure per voi.
Io
Non ho bisogno di elemosina
né di beneficenza,
né di pietà,
nemmeno di compassione.
Non ho bisogno di pacche sulla spalla
né di carezze
che vi facciano sentire
con l’animo in pace.
La macchia dell’ipocrisia
è la vostra più grossa.
Io sono un idiota,
questo è il mio posto,
sono un idiota
che si ribella al suo ruolo.
Comunque va bene
Comunque va bene
così.
Hai ragione,
brava.
E’ così,
se non hai ragione
non è un mio problema
io sono qui
e va dove vuoi.
Tanto non ascolto
nessuno.
La ribellione
intrinseca.
A volte ascoltavo
ma ora sono stanco,
vero,
non mi interessa.
Sto benissimo
da solo.
Non mi fotte niente
della realtà.
Comunque
non credo
che abbiate ragione
ma ormai
è affar vostro.
Toglietemi
il saluto,
per favore,
vi prego.
Io faccio come mi pare,
succhiatemi il cazzo
mentre mi inchino
dicendovi:
“I miei rispetti”.
Perfetto questo modo
vostro,
ma il mio è sublime.
Schiavi,
siete schiavi
e vi stanno schiavizzando
con la precarietà,
e siete pure contenti
di guadagnare due soldi.
E non me ne fotto
di chi pontifica
o peggio compatisce
colla pancia piena.
I nostri genitori
hanno usurpato
il nostro futuro,
hanno banchettato
sulle nostre spoglie.
Non ho pietà
dei mie padri,
non ho pietà
dei sessantottini
corrotti
italiani.
Io non chiedo
Io non chiedo,
pretendo.
Questo vocabolo
non ve lo scordate,
è l’unico,
il più bello.
Ragazzi,
non dovete nulla a nessuno,
eliminate ogni senso di colpa,
loro
DEVONO fare
quello che dite.
E se non lo fanno,
metteteli a morte
spirituale.
Tanto sono già trapassati.
Non abbiate rispetto
per nessuno,
non lo meritano.
E non corrompetevi,
non fate come gli sbarbatelli
di Grillo.
Loro possono farvi,
farci,
un pompino.
Stop.
Quelle di Bercogli
potrebbero,
idem,
et ora anche
quelle di Rienzo,
alla ribalta.
Non corrompetevi,
non dite mai di sì,
i sette anni sono passati.
Siete voi al potere,
non loro.
Ragazze,
a voi in particolare
un’ultima cosa,
(siete quelle che mi stanno
più a cuore,
piccole angiolette
dolci e perverse),
non vendete MAI
il vostro corpo per danaro,
solo per piacere,
non cedete
alla tentazione
del potere,
siate pure
nella vostra perversione.
Tiepido mio rifugio pel futuro
Ancora.
Una volta.
Siamo
sempre noi,
metà novembre
2000 anni
2000 baci
da sbocciare
e il mondo
che ci aspetta
è tutto lì.
Tesoro
guarda me
l’edera
stesa
e pungente,
tu gaudente.
Ti amo
piccola.
Come vuoi
ora,
per sempre.
Piccola mia.
Sempre io e te
quando
le tenebre
scuotevano
il nostro
tesoro
stretto tra le mani,
il vento è
nemico dell’erba,
non brucia,
vola,
io e te.
Amore mio.
Il mondo cambia ma
la stagione
è la stessa
e dipinge
ancora te,
gli stessi anni.
Ti amo,
indicibile
assenso stolto
della memoria,
tiepido mio rifugio
pel futuro.
Occidente perfetto
Ed è sempre come
dici tu,
l’erroneo
aforisma
elevato
ad intellettualismo
quello vostro
da social network.
E va fa mmocc.
Non vi ascolto
da tempo
oramai.
Quello che dici
è terribilmente
fascista.
Certo,
hai ragione.
Non so perché
liquidate
le persone come pazze.
Siete voi,
non ci sarà evoluzione
senza noi.
Brava,
bravi,
evitate questa gente.
Ma va fa mmocc.
Non credo abbiate ragione
ma ve la do,
benpensanti,
per pietà.
E non sapete
nulla,
fate gli schiavi
laureati
e vi sentite pure realizzati.
Non ricordate
ciò per cui
avete combattuto.
Siete voi
e non io
che non sapete
più stare al mondo.
Lo state uccidendo
con i vostri aforismi
perfetti
e le sentenze
geniali
ma sesquipedali
e tiranne.
Ma va fa mmocc.
Collocamento velato
Io e te.
Ne hai memoria
amore mio,
sotto le travi
dell’illusione
puoi quello che vuoi.
Ed io qui,
ancora qui,
ti amo
amore,
io e te
per terra,
l’erba
sospiro
di te velata
vocale,
l’odore
del selciato,
acre il sapore,
tu nel mio cuore.
Sotto
le macerie
del passato
dicevi
silente
vuoi quello che
io penso
di te,
ti prego
stringimi
ancora
il tuo respiro
puro
sul mio collo
e l’arma
desio,
profumo
intenso.
Il tuo
affanno
ed un bacio
mai scoccato.
Ancora noi,
legati
legali,
per patto implicito,
indissolubili
al di là della volizione.
Parco Pubblico
stasera,
collocamento,
piazza Mercato,
un tempo
non c’era nessuno,
sedici anni
passati,
farnetico.
AG 100 et altri mille
quidquid
dare, facere, oportet
ex fide bona.
O lo scioglimento
in età Postclassica.
Siamo davvero felici?
Ecco vedo
all’orizzonte
il profilo
del tuo respiro
etereo,
il tuo volto
tenebroso e smanioso
ma pur dolce,
lezioso
come vero
e sincero,
piccolo
specchio.
Il viso
magico
occultato
dal libro
appena accennato.
E sei qui
lontano
dal mio
tramonto
o dall’alba
sempre più lieve
e tanti tu,
tante voi
nel mio petto
gridano silenzio.
Rumoroso
lo spazio che vorrei
coprire
con tempi scomposti
dal tuo sussurro.
E gira
armonico
il senso
del mio domani,
siamo felici?
sei sicura?
Siamo davvero
felici
così?
Io sono qui
e penso,
mi trovo sperso
come ermo
sconfitto
dal
naufragare lieve
dell’ideologia
e non è
che sia meglio
rinunciare
e partire
finalmente,
via.
Rialzo
Percepibile
l’atmosfera.
Nelle svogliate
ingiallite
sfogliate
descrizioni
c’è una ragazza
strapersa
nel monte
e andata lì,
dove per certo
perderò quello che ho
già,
ma giocare a rialzo
è quello che
devo
ed è ciò che so.
E come andrà?
Oggi lo so,
ieri no,
per fortuna
la spirale
assurda
e ghiotta
inebetisce
ma sono io.
Forse perché
sono
divenuto
me così,
i giorni passati
accanto a te
perduti
ma
non rimpiango nulla
anzi dimentico
per ricordare indelebile
lei
e ciò che feci
per
la sua
gloria,
mia.
Ed andrà
come sarà:
oggi non piove,
è già qualcosa,
ma lasciamo proprio stare.
Sono sgamabile
nell’irriducibile
frastuono
declinato
e sconnesso
ma nuovissimo
(mondo)
tecnocratico
ed ipotetico
adducibile ad assurdo
distinguibile
nell’eterogeneo
magma
del mio vissuto
inconcepibile
mentre ti volti
ineludibile
l’erto colle
è
incontemplabile.
Viva la nuova realtà
Viva la nuova realtà
folle il progresso,
i liberali progressisti
sono democratici
fascisti,
da Obama
a Renzi
alla destra
quella estrema
da Grillo
a Le Pen
a Putin
a Trump
all’ipotetico entusiasmo
dei deficienti
e degli ebeti.
Ah un nuovo
11 settembre
di sera
mentre
il grido
si disperde
dalle colline
al parlamento,
ma è solo un’ipotesi
infondata.
Me ne passa davvero,
sul serio,
per il cazzo
del destino dell’umana specie,
vi meritate questo.
Soli io e te,
nel paradiso
incredibile
delle follie
seleniche
le risate
frastornate
le risatine
da manganello
nell’iperuranio
scudo
del dolore
che treman,
bambini
con fucili,
non ce la faccio più,
perché non morite voi
coi terroristi
del consumismo
e con quelli
strozzagola,
autoinfliggetevi
ghigliottine
invece di tagliare
teste altrui
e fatelo,
ovviamente,
in nome di Allah.
Con lo scettro di traverso
Adesso
che hai lo scettro
di traverso
ad ordinare
pianti
svelati dalle lucciole,
sei perfetta
di lato
a sponda
di letto
quando perdo il fiato
per te.
Così,
ipotizzando l’assoluto
delle braccia
tiepide
nei mattini
di rugiada,
le solite cose
sarebbero
piccolezze
ineludibili
e perversamente
necessarie.
Quando poi
dici forte
“ordino
l’inverso del tempo”
accostato tra l’altro
per me.
Nel sogno
quello strano
e che sai
mentre
chiudi l’illusione
del significato
astruso
aduso significante
scisso
e deluso
del volo.
E non è che
finisce
sempre così.
Ricorre
il danaro
nel canto
velato
dallo sciupio calpestato
dal cero
impresso
lacca
e
fuliggine
sigillo
e soluzione
aerobica,
fobica
l’attrezzatura
clorofillica.
Perfetto,
è tutto come
hai appena
detto tu.
Comunque ok, ciao, a dopo
Che buffa la tua soluzione,
la stupidità
esaltata
a valore universale.
Ma non so se dici
la verità,
se lo pensi
o vale solo
di traverso
alla
solita
soluzione
da comare,
vibra
l’asciutto.
Ma una volta
la verità
era più semplice
e con la tempestiva
umidità
la notte
all’addiaccio
era splendida.
Ora
né
spiagge né
lampare,
tutto
inutile,
neanche
un motivo
per continuare.
Vagheggio
diletto
ma
nel passato c’è la vera verità
ed il futuro
è il circolo perverso
di un non ritorno
eterno e scomposto.
Vai,
vai vai,
non è tempo di parlare,
non decido
ora,
vai,
ok resta,
deciderò.
Ma se nel soffuso disegno
guardassi
ciò che vedevi
ed ora è
occultato
dalla frenesia
dei giorni metropolitani,
accadrebbe.
Comunque,
ok,
ciao,
a dopo.
Melissa P, Travaglio, Saviano et anche Dan Brown (prendendo un campione, così, a cazzo)
Melissa P
è la massima scrittrice
degli anni duemila,
dai suoi testi
emerge una sublime
velatura estetica.
Saviano e Travaglio
non sono scrittori,
piuttosto
giornalisti,
cronisti,
senza gusto estetico,
di un giornalismo che ha perso
ogni legame con la letteratura,
con una pateticità
et una ironia
da chiacchiera e curiosità
inautentica heideggeriana.
Dan Brown,
palesato che non è uno scrittore,
non è nemmanco un giornalista,
vorrei conoscere la sua maestra delle elementari!
Pleonastica intesa tutta italiana
Nella radura
altura
dei miei giorni,
dì di pace
per le scale
musicali,
un ondeggiamento
che sempre
capovolta
inverso
l’accordo
viola
della memoria.
E non so,
non ho elementi
per dirti tutto.
Comunque
vada come vada,
il tempo fu.
E se
non ho più voglia,
e dopotutto
è pure meglio,
un giorno
cambierà
dalla domus
alla sala,
nella strada
resto.
Frammenti
impacchettati
mentre
fascia
da tombola
dico,
volevo dire,
sorte a caso
dalla mano
pescosa.
E ancora tu,
oppure
parole
a cazzo,
men at work
o dondolino,
sìsì russo,
avete capito,
il giochetto del dizionario.
Non cambia
nulla,
pleonastica intesa
tutta italiana.
Rssl estate 1999
Quei giorni
erano essenze pure,
candida neve,
normale.
Ma è stupendo
notare
lo sguardo che hai
mentre
guardi assorta,
sguardo nel nulla,
a contemplare
ciò che figlia
dell’amore sai dare,
intrepidi a pensare
il destino
artistico
e il filosofico
ondeggio
d’assenso
che respira
ancora magico di te.
Pomigliano
nei soliti
colori
grigio
estenuante
dell’asfalto
dall’afa assordante
dei mattini
di giugno,
bocca secca
labbra lucida,
e così
che va la scaletta
delle azione poste in testa,
la più piccola
e pure la più bella.
E mi innamoro
guardo
a chi è l’opposto di me
mi innamoro di te.
Ed è così
piccola
dal tempio
greco
dimenticato,
giri,
sempre gli stessi,
ma l’origine è lì,
l’alternativo
sogno,
discorso.
Caravaggio,
sala
poi assurda tu,
micenea
oppure achea,
mi manchi
ed allora
inizio
ad idealizzare.
Ma sei così,
un po’ sopita
sulla mia spalla destra,
saremo insieme
se non fosse per
l’avversione
reale
della compostezza
asciutta occidentale.
E l’origine è lì,
neanche una foto
per immaginare te,
una via,
un indirizzo
taccio e non dico.
E passa il tempo
ma non ci interessa
se possiamo
soffermarci
sull’istante passato
di un’estate appena cominciata
e rivolta
al trapassato
recente.
Una villa splendida
ed io e te,
io mi desto
ed è tutto com’era.
Si può ragionare dal passato
circa l’ulteriore passato
immaginato
ed averne memoria
vivida e concreta
ancora nel presente?
Non so se ricordi
Non so se ricordi
di noi
quando l’inverno
era
fluidità
nell’atrio
del gelo
nessuno
vedeva
l’immenso
del cielo
stellato
al tramonto
accennato
un po’ ad est.
E chi sei
più non sai,
non tenebre
né assurdità
dentro te.
Magari
sei stata
invasa
da calma
piatta
e da pensieri
misconosciuti.
Di sogni distesi
non c’è l’ombra
né l’innocente
puerilità
adolescenziale
né il rischio
né il velvet
del sotterraneo,
memoria
distesa
che non riesce
più a vedere
al di là.
La fine
del giorno
è l’inizio.
E non andiamo veloci
come
quando
scioglievi
pezzi di ghiaccio
nel senso
inverso.
Né preghiere
perverse
né sentimento,
né occulto
né bestemmie,
né vanagloria
né dissacrazione
sublime,
solo pallida
inutilità
e remissione.
Sui detti
I detti degli antichi
fanno schifo.
Ho sete di parole adolescenti!
Violate parole che non dici
Dai superbi silenzi
all’entropia
emo
emotiva
di un saluto
sperso
su parole
perse
da tanti anni
ormai.
Illumina
la mente,
spiagge
d’inverno,
cessi
e discoteche,
salotti
bene
amori,
il bitume
nel tuo vaneggio
saggio,
macchia di incenso.
Rip.
Parte da capo,
sempre lo stesso
emotico
intruglio
ematico
di vene
miscelato
al remix
selciato
lungo il polso rapido,
via,
strade perdute.
Alla luce
della notte
bianca
la luna
veste ciliegia
la lussuria
di te
anima mia dannata,
prezioso giglio
sudicio
da contemplare
per orgoglio
più che per amor.
E sgorga intatto
il sentimento,
mai vietare
alle ragazze
le ascensioni
violette
violate
parole che non dici.
Voli pindarici
Eh sì!
li faccio così,
nella chiusa bottega alla lucerna.
Il chiarir dell’alba?
arriverà, arriverà,
per ora è già dentro me.
A finale
Alla fine
mi addolcisco sempre,
soffro di mal di veleno.