Nuovissimo Mondo, Siamo Davvero Felici?

Frank Cadogan Cowper, Vanità

Frank Cadogan Cowper; Vanità

Pensieri per te

 

Pensieri per te

in notti d’insonnia

e verbo scarso,

 

sesso ad oltranza

e le labbra smorte

per entusiasmi

sopiti

e grida

di godimento.

 

Puoi anche

scrivere

di me

parole perse

mentre mi fissi

e dici

smaniosa

 

non so

se va

 

né perché.

 

E continui con la musica

accendi

a mille

e ti sento

tutta bagnata ed in fermento

 

l’una di notte

come sempre

accendi la pall mall

e ti dipingi

di un ricordo

mentre

ti stendi

 

lato opposto

della luna

sguardo da

sogno desto

di mezz’autunno

mentre trovo

te.

 

Con

coraggi che

sono impensabili,

 

erronei,

 

mal scritti

 

ed un lento ci sta tutto

a dorso

delle lenzuola

sporche di sangue.

 

Non ci siamo proprio

 

Non mi piace ciò che pensate

né il ragionamento sotteso,

né l’impalcatura parca.

 

Non mi piace quello che dite

né come lo dite.

 

Nuovissimo mondo

 

Suona nel rimbombo l’ipocrisia

 

quello che tu dici

lo hai studiato

da face

e non è che sia rampante

la corsa

scimmiesca

verso soldi

 

ti venderesti

l’anima,

 

non ci pensare,

 

chi l’ha fatto ti dice

che io scherzo

col fuoco

 

io posso

ma tu non puoi.

 

Arriverà la vendetta

mentre non ve lo aspettate,

 

mediocre

è l’orma del vostro rancore.

 

Un raggio illuminerà

il mio entusiasmo

ed il vostro coraggio

non è adolescenziale

né bipolare

 

quindi fottetevi.

 

In silenzio la vendetta verrà

delle anime perse.

 

Ed a tutti

quelli che credono

nell’occidente

nuovissimo

laico

e filoprotestante

 

vi invito

ad andare a cagare.

 

Finirà lo splendore

dell’orma di Wall Street.

 

E finirà

il giocattolino

dei grandi

parvi sui loro servi

assetati di soldi.

 

Noi anime perdute

e sole

siamo in etimo salve,

demoralizzate,

senza pudore

né paura.

 

I miseri erediteranno il mondo

i miserabili non arriveranno

al banchetto nuziale.

 

Ragazzina

 

Chi crede

nell’eterno

sente il portamento

del nulla

che lo invade

e lo pervade,

 

assapora il sorso

dell’ente

che mentre trema

santifica in sé.

 

E siamo piccini

ma ribalta la realtà,

 

mai il vero

così forte si impose,

 

dal 44 al 45,

1936 2025,

ecco i varchi

 

ed inverti il calcolo numerico

derivato.

 

Dammi l’erba

del gaudio

estroso.

 

Cos’è che pensi?

la carriera

e la frenesia

 

e se l’università

è la vergogna positivista

della società

nutro l’ultima speranza

nello sguardo teso,

nell’occhio lucido

dell’ultima matricola,

 

tu ragazzina

salverai il mondo,

non io,

non loro,

 

noi.

 

Tu.

 

 

ISIS-MCDONALD

 

Chi non ama

cede alla violenza,

 

chi non si fa una pelle

taglia le teste

 

e sostanzialmente

è colpa dell’occidente,

 

soprattutto delle risposte

che la religione non vuole più darci.

 

Per combattere il fanatismo

ci vuole un esercito di santi

(magari giullari per non tradirti

ma un piccolo travaso va fatto,

dai)

 

ebrei, musulmani,

cattolici.

 

I puritani mi hanno sempre ricordato

gli schiavi-utensili del capitalismo,

il fastidioso ronzio delle mosche

al mercato,

 

e parlo di ambo le parti.

 

“Ci siamo intesi?

Dioniso

contro il crocifisso”.

 

Questioncine interpretative

 

C’è gente che non capisce

che la materia muta e non si annichilisce.

 

E comunque

Dioniso si fa uomo

muore

e risorge,

 

questo è il simbolo.

 

Il crocifisso è un mezzo,

momentaneo.

 

Mo’ lo avete capito,

e non scrivete più stronzate,

per favore.

 

Ah e soprattutto

non fatemi essere più così esplicito.

 

[Rit.]

 

“Ci siamo intesi?

Dioniso

contro il crocifisso”.

 

Martirium

 

I martiri muoiono,

non uccido.

 

E soprattutto non dicono

cazzate.

 

Matrimonium cum manu

 

Va bene, va bene,

 

però per sempre,

insieme,

indissolubili

e magari pure dopo la morte.

 

Se uno deve essere martire

almeno lo faccia bene,

 

non ci si sposa a tempo determinato,

 

ad ogni azione

corrisponde un’eternità

che  puoi sospendere

ma non eludere.

 

La memoria conserva tutto,

anche uno sguardo.

 

Sei padrone delle scelte

non delle conseguenze.

 

Cuius regio eius religio

 

Americanini

non fate i padroni del mondo,

 

vi riesce male

e inguaiate pure noi.

 

Almeno alcuni hanno prezioso il senso di comunità

che voi avete barattato

col meretricio della società.

 

Siamo persone

non individui,

su questo dovete dare l’ onore delle armi

a cattolici,

musulmani

e comunisti.

Cola di “Renzi”

 

C’è bisogno che parli?

 

Un veltro malriuscito.

 

CCCP-ART 18

 

CCCP: “Guagliò scegli,

meglio disoccupato morto

o  lavoratore infelice?”

 

Cap: “C’è un’alternativa,

una unica,

schiavo a tempo determinato,

ogni tanto,

quando servi

e casomai servi”

 

Ma perché non ragionate

un attimo

in n dimensioni?

 

Decisioni sofferte

 

I politici, i giudici e gli avvocati

ti diranno sempre che la loro decisione

è stata sofferta

 

e non ci hanno manco dormito la notte.

 

Pragmaticamente

(non voglio fare l’idealista

o il retorico

perciò sono concreto)

 

praticamente dicevo

però a loro non gli brucia il culo.

 

Ah e ieri notte hanno dormito

e russato pure.

 

Agli svegli

 

Il Colosseo crollerà

sul capo dei giovani svegli,

rampolli,

arrivisti

rampantisti.

 

In un attimo si riaccenderà

il fuoco di Vesta.

 

Banchieri

e vertici

del potere occulto

e non

si rifuggiranno

in caverne

e pregheranno Dio

per morire

ma Egli non li esaudirà.

 

Nessuna preghiera

nostra

fermerà

la Destra potentissima

del divino,

 

la sentenza vi pende sul capo

come spada di Damocle.

 

Il Grande Giovialista

sarà tremendo giudice.

 

Anche Roma perirà

e gli scorpioni

saranno trafitti dal loro

stesso pungiglione,

 

le serpi dal loro veleno

infettate.

 

Politica per passione

Fare politica per passione

è come giocare a golf

con due palle:

 

quelle del popolo.

 

Quiz

 

I Quiz

e i giochetti

sono il trastullo degli ignoranti.

 

Rendono la civiltà ottusa

e serva.

 

Nella vita reale

una risposta non è mai

o falsa o vera.

 

E nemmeno in quella astratta.

 

Evoluzione

 

L’errore,

il punto che non tiene,

lo sbaglio umano,

il maledetto,

il rinnegato,

lo scarto dell’umana stirpe,

il fallito,

 

questi sono  la molla

dell’evoluzione

 

gli altri

sono passanti distratti

della storia.

 

Agli stupidi

 

Non capisco questo snobismo

e questa segregazione razziale

anzi percettiva.

 

Gli stupidi sono tali

perché hanno ancora

il coraggio di stupirsi.

 

A me preoccupano i sani,

militano nelle SS,

 

“la fossa del leone

è ancora realtà”.

 

E’ questo il segreto

 

E’ questo il segreto

 

di notte

mentre allo specchio

nascosta dici che

non è questa la memoria

che

imprimevo

su stampi di gesso.

 

Comunque

va bene

questo non vale

l’ombra

della risposta universale.

 

Comunque

non ricordo

neanche chi sono,

figurati il suono

di parole perse.

 

A volte

risplende lucente

l’umido dei tuoi occhi,

 

è vero,

non ho quello

che vuoi

ed è per questo

che recito

quasi a memoria

ciò che

non ricordo.

 

Comunque è così

al di là

di loro,

noi siamo,

 

il suono della tua parola

è l’orma della mia.

 

Quello che c’è

non ha

perché non sa.

 

Quando sei dolce

non è che

sai

dirmi no.

 

Comunque era questa

la risposta,

 

la tua gloria

sommamente

nell’infinito

lodata

in eterno.

 

Questioni “Legali”

 

I sofisti del diritto

non sono furbi

né tantomeno scaltri,

sono semplicemente ridicoli.

 

Mi diverte lasciarli parlare,

assecondarli,

il loro ego si gonfia

e da ridicoli

divengono

patetici.

 

Fatemi capire

 

Aspé aspé,

fatemi capire,

mi so’ perso qualcosa:

 

chi fa i soldi è in gamba

ed i poveracci sono degli sfaticati?

mah!

 

Agli esseri umani

 

Ma chi ve sape!

 

Come va il mondo

 

“E’ così che va il mondo”.

 

No,

è così che vi fa comodo

che vada il mondo,

 

e poi non lamentatevi

ad uso e consumo vostro.

 

Se avete pronunciato quella frase

vale pure per voi.

 

Io

 

Non ho bisogno di elemosina

né di beneficenza,

né di pietà,

nemmeno di compassione.

 

Non ho bisogno di pacche sulla spalla

né di carezze

che vi facciano sentire

con l’animo in pace.

 

La macchia dell’ipocrisia

è la vostra più grossa.

 

Io sono un idiota,

questo è il mio posto,

 

sono un idiota

che si ribella al suo ruolo.

 

Comunque va bene

 

Comunque va bene

così.

 

Hai ragione,

brava.

 

E’ così,

se non hai ragione

non è un mio problema

io sono qui

e va dove vuoi.

 

Tanto non ascolto

nessuno.

 

La ribellione

intrinseca.

 

A volte ascoltavo

ma ora sono stanco,

vero,

non mi interessa.

 

Sto benissimo

da solo.

 

Non mi fotte niente

della realtà.

 

Comunque

non credo

che abbiate ragione

ma ormai

è affar vostro.

 

Toglietemi

il saluto,

per favore,

vi prego.

 

Io faccio come mi pare,

succhiatemi il cazzo

mentre mi inchino

dicendovi:

“I miei rispetti”.

 

Perfetto questo modo

vostro,

ma il mio è sublime.

 

Schiavi,

siete schiavi

e vi stanno schiavizzando

con la precarietà,

 

e siete pure contenti

di guadagnare due soldi.

 

E non me ne fotto

di chi pontifica

o peggio compatisce

colla pancia piena.

 

I nostri genitori

hanno usurpato

il nostro futuro,

hanno banchettato

sulle nostre spoglie.

 

Non ho pietà

dei mie padri,

 

non ho pietà

dei sessantottini

corrotti

italiani.

 

Io non chiedo

 

Io non chiedo,

pretendo.

 

Questo vocabolo

non ve lo scordate,

 

è l’unico,

il più bello.

 

Ragazzi,

non dovete nulla a nessuno,

eliminate ogni senso di colpa,

 

loro

DEVONO fare

quello che dite.

 

E se non lo fanno,

metteteli a morte

spirituale.

 

Tanto sono già trapassati.

 

Non abbiate rispetto

per nessuno,

 

non lo meritano.

 

E non corrompetevi,

non fate come gli sbarbatelli

di Grillo.

 

Loro possono farvi,

farci,

un pompino.

 

Stop.

 

Quelle di Bercogli

potrebbero,

idem,

 

et ora anche

quelle di Rienzo,

alla ribalta.

 

Non corrompetevi,

non dite mai di sì,

 

i sette anni sono passati.

 

Siete voi al potere,

non loro.

 

Ragazze,

a voi in particolare

un’ultima cosa,

(siete quelle che mi stanno

più a cuore,

piccole angiolette

dolci e perverse),

non vendete MAI

il vostro corpo per danaro,

solo per piacere,

 

non cedete

alla tentazione

del potere,

 

siate pure

nella vostra perversione.

 

 

Tiepido mio rifugio pel futuro

 

Ancora.

 

Una volta.

 

Siamo

sempre noi,

metà novembre

2000 anni

2000 baci

da sbocciare

e il mondo

che ci aspetta

 

è tutto lì.

 

Tesoro

guarda me

 

l’edera

stesa

e pungente,

 

tu gaudente.

 

Ti amo

piccola.

 

Come vuoi

 

ora,

 

per sempre.

 

Piccola mia.

 

Sempre io e te

quando

le tenebre

scuotevano

il nostro

tesoro

stretto tra le mani,

 

il vento è

nemico dell’erba,

 

non brucia,

vola,

 

io e te.

 

Amore mio.

 

Il mondo cambia ma

la stagione

è la stessa

e dipinge

ancora te,

 

gli stessi anni.

 

Ti amo,

indicibile

assenso stolto

della memoria,

 

tiepido mio rifugio

pel futuro.

 

 

Occidente perfetto

 

Ed è sempre come

dici tu,

 

l’erroneo

aforisma

elevato

ad intellettualismo

quello vostro

da social network.

 

E va fa mmocc.

 

Non vi ascolto

da tempo

oramai.

 

Quello che dici

è terribilmente

fascista.

 

Certo,

hai ragione.

 

Non so perché

liquidate

le persone come pazze.

 

Siete voi,

non ci sarà evoluzione

senza noi.

 

Brava,

bravi,

evitate questa gente.

 

Ma va fa mmocc.

 

Non credo abbiate ragione

ma ve la do,

benpensanti,

per pietà.

 

E non sapete

nulla,

fate gli schiavi

laureati

e vi sentite pure realizzati.

 

Non ricordate

ciò per cui

avete combattuto.

 

Siete voi

e non io

che non sapete

più stare al mondo.

 

Lo state uccidendo

con i vostri aforismi

perfetti

e le sentenze

geniali

ma sesquipedali

e tiranne.

 

Ma va fa mmocc.

 

 

Collocamento velato

 

Io e te.

 

Ne hai memoria

amore mio,

sotto le travi

dell’illusione

puoi quello che vuoi.

 

Ed io qui,

ancora qui,

ti amo

amore,

 

io e te

per terra,

 

l’erba

sospiro

di te velata

vocale,

 

l’odore

del selciato,

 

acre il sapore,

 

tu nel mio cuore.

 

Sotto

le macerie

del passato

dicevi

silente

vuoi quello che

io penso

di te,

 

ti prego

stringimi

ancora

 

il tuo respiro

puro

sul mio collo

 

e l’arma

desio,

 

profumo

intenso.

 

Il tuo

affanno

ed un bacio

mai scoccato.

 

Ancora noi,

legati

legali,

 

per patto implicito,

indissolubili

al di là della volizione.

 

Parco Pubblico

stasera,

 

collocamento,

piazza Mercato,

 

un tempo

non c’era nessuno,

 

sedici anni

passati,

 

farnetico.

 

AG 100 et altri mille

 

quidquid

dare, facere, oportet

ex fide bona.

 

O lo scioglimento

in età Postclassica.

 

Siamo davvero felici?

 

Ecco vedo

all’orizzonte

il profilo

del tuo respiro

etereo,

 

il tuo volto

tenebroso e smanioso

ma pur dolce,

 

lezioso

come vero

e sincero,

 

piccolo

specchio.

 

Il viso

magico

occultato

dal libro

appena accennato.

 

E sei qui

lontano

dal mio

tramonto

o dall’alba

sempre più lieve

e tanti tu,

tante voi

nel mio petto

gridano silenzio.

 

Rumoroso

lo spazio che vorrei

coprire

con tempi scomposti

dal tuo sussurro.

 

E gira

armonico

il senso

del mio domani,

 

siamo felici?

sei sicura?

 

Siamo davvero

felici

così?

 

Io sono qui

e penso,

 

mi trovo sperso

come ermo

sconfitto

dal

naufragare lieve

dell’ideologia

e non è

che sia meglio

rinunciare

 

e partire

finalmente,

 

via.

 

Rialzo

 

Percepibile

l’atmosfera.

 

Nelle svogliate

ingiallite

sfogliate

descrizioni

c’è una ragazza

strapersa

nel monte

e andata lì,

 

dove per certo

perderò quello che ho

già,

 

ma giocare a rialzo

è quello che

devo

ed è ciò che so.

 

E come andrà?

Oggi lo so,

ieri no,

per fortuna

 

la spirale

assurda

e ghiotta

inebetisce

 

ma sono io.

 

Forse perché

sono

divenuto

me così,

 

i giorni passati

accanto a te

perduti

 

ma

 

non rimpiango nulla

anzi dimentico

per ricordare indelebile

lei

 

e ciò che feci

per

la sua

gloria,

 

mia.

 

Ed andrà

come sarà:

 

oggi non piove,

è già qualcosa,

 

ma lasciamo proprio stare.

 

Sono sgamabile

nell’irriducibile

frastuono

declinato

e sconnesso

ma nuovissimo

(mondo)

 

tecnocratico

ed ipotetico

adducibile ad assurdo

distinguibile

nell’eterogeneo

magma

del mio vissuto

inconcepibile

mentre ti volti

ineludibile

l’erto colle

è

incontemplabile.

 

Viva la nuova realtà

 

Viva la nuova realtà

folle il progresso,

i liberali progressisti

sono democratici

fascisti,

da Obama

a Renzi

alla destra

quella estrema

da Grillo

a Le Pen

a Putin

a Trump

all’ipotetico entusiasmo

dei deficienti

e degli ebeti.

 

Ah un nuovo

11 settembre

di sera

mentre

il grido

si disperde

dalle colline

al parlamento,

 

ma è solo un’ipotesi

infondata.

 

Me ne passa davvero,

sul serio,

per il cazzo

del destino dell’umana specie,

 

vi meritate questo.

 

Soli io e te,

nel paradiso

incredibile

delle follie

 

seleniche

le risate

frastornate

 

le risatine

da manganello

nell’iperuranio

scudo

del dolore

che treman,

 

bambini

con fucili,

 

non ce la faccio più,

 

perché non morite voi

coi terroristi

del consumismo

e con quelli

strozzagola,

 

autoinfliggetevi

ghigliottine

invece di tagliare

teste altrui

 

e fatelo,

ovviamente,

in nome di Allah.

 

Con lo scettro di traverso

 

Adesso

che hai lo scettro

di traverso

ad ordinare

pianti

svelati dalle lucciole,

 

sei perfetta

di lato

a sponda

di letto

quando perdo il fiato

per te.

 

Così,

ipotizzando l’assoluto

delle braccia

tiepide

nei mattini

di rugiada,

 

le solite cose

sarebbero

piccolezze

ineludibili

e perversamente

necessarie.

 

Quando poi

dici forte

“ordino

l’inverso del tempo”

accostato tra l’altro

per me.

 

Nel sogno

quello strano

e che sai

mentre

chiudi l’illusione

del significato

astruso

aduso significante

scisso

e deluso

del volo.

 

E non è che

finisce

sempre così.

 

Ricorre

il danaro

nel canto

velato

dallo sciupio calpestato

dal cero

impresso

lacca

e

fuliggine

sigillo

e soluzione

aerobica,

fobica

l’attrezzatura

clorofillica.

 

Perfetto,

è tutto come

hai appena

detto tu.

 

Comunque ok, ciao, a dopo

 

Che buffa la tua soluzione,

la stupidità

esaltata

a valore universale.

 

Ma non so se dici

la verità,

se lo pensi

o vale solo

di traverso

alla

solita

soluzione

da comare,

 

vibra

l’asciutto.

 

Ma una volta

la verità

era più semplice

e con la tempestiva

umidità

la notte

all’addiaccio

era splendida.

 

Ora

spiagge né

lampare,

 

tutto

inutile,

neanche

un motivo

per continuare.

 

Vagheggio

diletto

ma

nel passato c’è la vera verità

 

ed il futuro

è il circolo perverso

di un non ritorno

eterno e scomposto.

 

Vai,

vai vai,

non è tempo di parlare,

non decido

ora,

vai,

 

ok resta,

deciderò.

 

Ma se nel soffuso disegno

guardassi

ciò che vedevi

ed ora è

occultato

dalla frenesia

dei giorni metropolitani,

 

accadrebbe.

 

Comunque,

ok,

ciao,

a dopo.

 

Melissa P, Travaglio, Saviano et anche Dan Brown (prendendo un campione, così, a cazzo)

 

Melissa P

è la massima scrittrice

degli anni duemila,

dai suoi testi

emerge una sublime

velatura estetica.

 

Saviano e Travaglio

non sono scrittori,

piuttosto

giornalisti,

cronisti,

senza gusto estetico,

di un giornalismo che ha perso

ogni legame con la letteratura,

con una pateticità

et una ironia

da chiacchiera e curiosità

inautentica heideggeriana.

 

Dan Brown,

palesato che non è uno scrittore,

non è nemmanco un giornalista,

 

vorrei conoscere la sua maestra delle elementari!

 

Pleonastica intesa tutta italiana

 

Nella radura

altura

dei miei giorni,

dì di pace

per le scale

musicali,

 

un ondeggiamento

che sempre

capovolta

inverso

l’accordo

viola

della memoria.

 

E non so,

non ho elementi

per dirti tutto.

 

Comunque

vada come vada,

 

il tempo fu.

 

E se

non ho più voglia,

e dopotutto

è pure meglio,

un giorno

cambierà

 

dalla domus

alla sala,

 

nella strada

resto.

 

Frammenti

impacchettati

mentre

fascia

da tombola

dico,

volevo dire,

 

sorte a caso

dalla mano

pescosa.

 

E ancora tu,

oppure

parole

a cazzo,

men at work

o dondolino,

sìsì russo,

 

avete capito,

il giochetto del dizionario.

 

Non cambia

nulla,

 

pleonastica intesa

tutta italiana.

 

Rssl estate 1999

 

Quei giorni

erano essenze pure,

candida neve,

normale.

 

Ma è stupendo

notare

lo sguardo che hai

mentre

guardi assorta,

sguardo nel nulla,

a contemplare

ciò che figlia

dell’amore sai dare,

 

intrepidi a pensare

il destino

artistico

e il filosofico

ondeggio

d’assenso

che respira

ancora magico di te.

 

Pomigliano

nei soliti

colori

grigio

estenuante

dell’asfalto

dall’afa assordante

dei mattini

di giugno,

 

bocca secca

labbra lucida,

e così

che va la scaletta

delle azione poste in testa,

la più piccola

e pure la più bella.

 

E mi innamoro

guardo

a chi è l’opposto di me

 

mi innamoro di te.

 

Ed è così

piccola

dal tempio

greco

dimenticato,

giri,

sempre gli stessi,

ma l’origine è lì,

 

l’alternativo

sogno,

discorso.

 

Caravaggio,

sala

poi assurda tu,

 

micenea

oppure achea,

 

mi manchi

ed allora

inizio

ad idealizzare.

 

Ma sei così,

un po’ sopita

sulla mia spalla destra,

 

saremo insieme

se non fosse per

l’avversione

reale

della compostezza

asciutta occidentale.

 

E l’origine è lì,

neanche una foto

per immaginare te,

 

una via,

un indirizzo

taccio e non dico.

 

E passa il tempo

ma non ci interessa

se possiamo

soffermarci

sull’istante passato

di un’estate appena cominciata

e rivolta

al trapassato

recente.

 

Una villa splendida

ed io e te,

io mi desto

ed è tutto com’era.

 

Si può ragionare dal passato

circa l’ulteriore passato

immaginato

ed averne memoria

vivida e concreta

ancora nel presente?

 

Non so se ricordi

 

Non so se ricordi

di noi

quando l’inverno

era

fluidità

nell’atrio

del gelo

nessuno

vedeva

l’immenso

del cielo

stellato

al tramonto

accennato

un po’ ad est.

 

E chi sei

più non sai,

non tenebre

né assurdità

dentro te.

 

Magari

sei stata

invasa

da calma

piatta

e da pensieri

 

misconosciuti.

 

Di sogni distesi

non c’è l’ombra

né l’innocente

puerilità

adolescenziale

né il rischio

né il velvet

del sotterraneo,

memoria

distesa

che non riesce

più a vedere

al di là.

 

La fine

del giorno

è l’inizio.

 

E non andiamo veloci

come

quando

scioglievi

pezzi di ghiaccio

nel senso

inverso.

 

Né preghiere

perverse

né sentimento,

né occulto

né bestemmie,

né vanagloria

né dissacrazione

sublime,

 

solo pallida

inutilità

e remissione.

 

Sui detti

 

I detti degli antichi

fanno schifo.

 

Ho sete di parole adolescenti!

 

Violate parole che non dici

 

Dai superbi silenzi

all’entropia

emo

emotiva

di un saluto

sperso

su parole

perse

da tanti anni

ormai.

 

Illumina

la mente,

spiagge

d’inverno,

cessi

e discoteche,

salotti

bene

amori,

 

il bitume

nel tuo vaneggio

saggio,

 

macchia di incenso.

 

Rip.

 

Parte da capo,

sempre lo stesso

emotico

intruglio

ematico

di vene

miscelato

al remix

selciato

lungo il polso rapido,

via,

 

strade perdute.

 

Alla luce

della notte

bianca

la luna

veste ciliegia

la lussuria

di te

anima mia dannata,

 

prezioso giglio

sudicio

da contemplare

per orgoglio

più che per amor.

 

E sgorga intatto

il sentimento,

 

mai vietare

alle ragazze

le ascensioni

violette

 

violate

parole che non dici.

 

Voli pindarici

 

Eh sì!

li faccio così,

 

nella chiusa bottega alla lucerna.

 

Il chiarir dell’alba?

arriverà, arriverà,

per ora è già dentro me.

 

A finale

 

Alla fine

mi addolcisco sempre,

 

soffro di mal di veleno.

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