April Love; Arthur Hughes
Silenziosa e raccolta
in magica apparenza
ti scosti disinvolta
lucente decadenza
pe’ quei tuoi splendidi occhi
mi trovo disarmato
e sboccia disilluso
come manto trapunto
il tuo tenero saluto.
Poi mi poni a conoscenza
di una realtà velata,
le tue labbra disegnate
in rosea fluorescenza.
Sogni ancora con lo sguardo,
il pensiero è il mio vello
che ti rende edotta
dalla tua stupenda forma
si illumina il volto.
Armeggi con respiro profondo
il tuo morbido capello scosso
nella sua parca situazione designata
dall’aura del ricordo sfuma sincero
invadendo l’alma mia
la tua frullosa vocale
melodia.
Dal viola alla tua mano
recondita e sopita
si slaccia la scarica ardita:
profusione eterna e desta.
Per questo sei la più bella
e banalmente dico
ciò che tace il respiro.
Poi a mille il cuore scuote
l’armata posta a conclusione
e mi disarmo dinanzi a te
infrange furente il mio desio,
mentre il tuo sospiro
è nei tuoi gesti
gocce di rugiada
pensandoti come aurora,
come attimo dopo il fiore mai sciupato
del sogno.
Rifletti ma poi sciogli
queste rissose lotte vocali
ti confondi anche tu e nell’incedere
germoglia lo stupore
ultimo floreale ardore.
Ti sciogli quasi invisibile
ma all’improvviso scagli altrove il viso
graziosa fai moine con le mani
e l’impianto del sistema universale
di arzigogoli e massimi sistemi
si riduce ad ultimo punto d’universo
mia stella più risplendente
del giardino del mio cuore
firmamento.
Adoro questa tua apparenza!
Ecco! sei la lucciola che trema alla finestra
pallida al vigore del vento,
ti stringerei al mio petto
pronunciando il tuo nome che non dico,
stordito e giulivo.
E poi ancora pensieri,
li trattengo per non sbiadire la tua effige.
Guardi a sinistra e poi me
ti giri axiotica e dedotta
se sciorini altre due parole
ti tengo ancor più stretta alla memoria.