Dolce amica
guarda questo promontorio steso.
Campanellini.
Dolce inabissata
piangi tra sollievi
spumati qua e là.
Campanellini.
Vorrei disegnare incautamente
la veduta sannita
per porger il limite più in là,
questa nostra spedizione senza fondi
né bottiglie,
un paio di pall mall,
nell’istante dello sbuffo
il nasino tuo sfiora il mio,
dimmi se hai scalfito
il canto restio.
Campanellini.
Dolce scapigliata
sciocca e astuta
ti copri di sabbia.
Campanellini.
Dolce scalmanata
prestami le borchiette.
Campanellini.
Vorrei tanto porgerti
le mani sulle spalle,
intelaiare quel tuo braccio,
renderlo a ridosso
di uno spettro
che se c’è magari batte i colpi
ed io ti sbatto sul verace giaciglio,
non so se hai reso l’idea
confondendo l’ondulazione delle mani
coi tuoi occhiali.
Campanellini.
Dillo ed esponilo,
vai tranquilla che ti ascolto,
parlami di te per allegorie,
poni a due passi le pazzie,
oppure taci con abilità.
E vorrei sognarti
desto in conclusione
ricattatrice d’amore,
scribacchina viola del rancore,
smozzicante sentinella d’ardore,
forse hai gli appunti.
Hai scoperto il nascondiglio
del mio cuore
ed hai appiccato il fuoco,
casomai te ne pentissi
allestirai un paio di tempeste,
tanto la natura
aspetta i colpi della tua bacchetta
per vendetta,
oh che disdetta
lo hai detto
non ce l’hai!