“Giosuè attraversa le rive del fiume Giordano con l’Arca dell’Alleanza ” ; Benjamin West; 1800
PRIMO COMANDAMENTO:
- “Io sono il Signore, Tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto. Non avrai altri dei di fronte a me.
Non ti farai idolo né scultura, né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo né che è quaggiù in terra, né di ciò che è nelle acque sottoterra.
Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché Io il Signore sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza ed alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma uso misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti”
Il Primo comandamento fa riferimento alla lettera Aleph, (Alfa in greco, A in italiano) indicante ciò che è Paterno, virile, mascolino. È Dio Padre. Allo stesso tempo indica il Figlio Gesù Cristo, l’Ariete, segno di triplice valenza, che rimanda ad Abramo, che rappresenta la forza del Padre, l’immolazione per la nostra Redenzione del Figlio, le stelle sotto le quali il Verbo si è fatto carne. Nonché tutto ciò che è divino, Dio, l’Universo, il Principio, la Genesi. La monade uguale solo a sé stessa.
In merito alla gelosia di Dio, essa sta ad indicare l’Alleanza, che è la più alta forma di unione, pubblicistica, divina, non patto, come quello che si fa con spiriti maligni “nelle acque sotto terra, quaggiù in terra e lassù in cielo”, ovvero gli spiriti immondi, il terzo ribelle degli angeli, che aleggiano nell’aria, sulla terra, degli abissi, danneggiando il creato, le creature e corrompendo l’uomo. Ove l’uomo stringerebbe patti, nodi, legamenti, si asservisse a tali spiriti rinnegherebbe Dio Padre, TRE e QUATTRO, ossia rispettivamente la Trinità Santissima e la Comunità. Se adorerà l’unico Dio sarà colmato, invece, di MILLE, cioè infinita Misericordia.
Pur tuttavia il comandamento non significa che non bisogna adorare Dio o pregare a che Santi o la Vergine Santissima intercedano. Né che non si possano pregare statue, immagini dei Santi, del Cristo, della Vergine, ma tuttavia l’unica vera presenza di Dio è nel Santissimo Sacramento e, ovviamente, in tutto. L’arte e la riproduzione servono da sempre per insegnare agli indotti o esemplificare, per il tramite della figura plastica o affresco, dipinto etc. eventi biblici, evangelici, agiografici.
Ricordiamo inoltre l’episodio della lavanda dei piedi (Giovanni 13 vv 1-15 e dell’unzione (Giovanni 12 vv 1-11) segna della importanza del servizi e della preghiera, e quindi anche dell’adorazione.
SECONDO COMANDAMENTO
- “Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.”
Il numero 2 designa il rapporto tra uomo e Dio. È segno di fecondità, di fecondità per il popolo di Dio stretto nella sua alleanza, è ciò che può riprodursi e moltiplicarsi, come i granelli di sabbia e le stelle del cielo. Fecondità della donna, dell’uomo, ma anche del lavoro dell’uomo, che dà molto frutto secondo la volontà di Dio, e moltiplica i Talenti sempre secondo la divina volontà.
Tuttavia se non si osserva, si rinnega Dio, si segue altro, il terzo ribelle, per proprio arbitrio, si seguono tali vanità ergendole a divinità, il lavoro sarà svolto col sudore su terra arida e con maledizioni, la donna partorirà con dolore lamentandosene, si perderebbe l’innocenza come nella cacciata dall’Eden. Cui il comandamento rimanda. Regnerebbe il Caos, se l’1 è, geometricamente parlano, il punto, l’anima immisurabile, il due è il segmento, la materia ribelle allo Spirito Santo, l’uomo nella sua finitezza, misurabile, che ha un inizio, nella polvere e torna alla polvere, rinunciando al pneuma. Ma la misericordia di Dio c’è sempre, ed anche un segmento, finito, è composto da infiniti puti, da Dio, se il suo cuore sa aprirsi allo Spirito Santo ciò che è polvere e materia sarà immagine e simiglianaza divina.
TERZO COMANDAMENTO
- “Osserva il giorno del sabato per santificarlo, come il Signore tuo ti ha comandato.
Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né il tuo figlio, né la tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né la tua asina, né alcuna bestia, né il forestiero che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava riposino con te.
Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo dio ti ha fatto uscire di là con braccio teso e mano potente, perciò il signore tuo Dio ti ordina di santificare il giorno del Sabato”
Il tre è il numero di Dio e rappresenta la Trinità Santissima, Padre, Figlio e Spirito Santo. Perciò ad Egli è dedicato il giorno di riposo, sabato per gli ebrei, dopo la venuta di Cristo la Domenica.
I giorni della settimana sono 7, rimandano al divino, 6 giorni sono di lavoro, il 6 è il numero della materia, dell’uomo, ma allo stesso tempo è due volte la trinità (3+3), ossia manifestazione della trinità nell’uomo (Anima, Corpo, Spirito come Padre, Figlio e Spirito Santo). L’uomo, che come Dio nella Genesi, lavora per il pane, come un artista plasma e declama, dà forma e parole alla propria professione, arte o mestiere.
Il numero 6 ha comunque la valenza negativa, ricorda il lavoro col sudore della fronte e la cacciata dall’Eden. Il settimo giorno l’uomo si riposa, adorando Dio, così come lo adora lavorando durante la settimana.
Il giorno consacrato al signore neanche gli schiavi lavoreranno o gli ospiti. È questo un memento della loro, nostra schiavitù in Egitto, e la giusta lettura vede l’abolizione della schiavitù, intesa con le categorie odierne, liberazione che avverrà poi con la incarnazione di Cristo a compimento di tali parole e ad interpretazione autentica di esse. Già da qui evince Dio liberò con mano potente, la mano che benedice e che ferma la schiavitù, la violenza. La fortezza della preghiera. E braccio teso, simbolo di preghiera, che nulla a che fare col fascismo, essendo altro il saluto cosiddetto romano (battersi il petto con pugno chiuso) e frutto di un errore di Gabriele D’Annunzio. Il braccio teso è ancor oggi usato dai nostri sacerdoti per benedire l’Eucarestia. Nonché simbolo di fede fervente e saluto di pace e fratellanza.
Il 3 è dunque la Santissima Trinità, collegata alla Santificazione di Essa,. Di Dio, è armonia ed equilibrio in opposto alla dualità che è antagonismo. È l’azione di Dio, movimento ed equilibrio perfetto 1 monade attiva+2 monade passiva= 3 monade perfetta. Tre fuochi di classi (il Padre Rama/Brana) trae qualità di classi (la Madre Spirito Santo Guna/ Vinsù) la somma (Figlio Verbo Incarnato/Shiva). Tre gli attributi ebraici alla divinità,il tre era la lettera Ghimel, la più importante, la nostra G.
Tre poi sono le Grazie, tre è la prima forma geometrica (triangolo), tre i regni (Terra, Inferi, Cielo). Tre i corpi egizi: (Dyet-corpo fisico), (Ka corpo astrale/anima), (Ba corpo spirito). Tre le suddivisioni della natura (mondo naturale, mondo filosofico, mondo teologico). Tre le elevazioni dei sacrifici eucaristici, tre le ripetizioni delle orazioni in genere, tre i battiti del mea culpa, tre i rinnegamenti di Pietro.
Insomma intimo legame tra la Trinità e la sua Santificazione la domenica, giorno tutto a Dio dedicato.
QUARTO COMANDAMENTO
- “Onora tuo padre e tua madre, come il Signore tuo Dio ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e felice nel paese che il Signore tuo Dio ti darà”
L’onore è un attributo riservato a Dio e qui, il medesimo titolo, è riservato ai propri genitori in quanto co-creatori, come la divinità plasmante, orante della Genesi co Verbo pose in essere ogni cosa, allo stesso modo i genitori plasmano il bambino, la madre lo dà alla luce, il padre lo solleva, e con il loro amore infondono in egli il pneuma e con le loro azioni e parole gli insegnamenti .
Il termine uomo d’onore, che spesso si utilizza per indicare persone della malavita organizzata, è in realtà un abominio, utilizzato in tal guisa. Noi tutti dobbiamo essere uomini d’onore, per la nostra famiglia, per la nostra patria, per Dio. Per i nostri figli. Occorre riappropriarsi delle parole insozzate di lordura e darle il loro valore autentico.
Il numero 4 è la somma del 2(rapporto Dio-uomo) col 2 (rapporto padre-figlio), quindi rappresenta la generazione, il generare, essendo inoltre la ripetizione dell’1 per 4 volte e doppia del 2 rappresenta sia l’unità della famiglia che l’unità della comunità. Il 4, lettera ebraica Daleth, la Delta greca, D italiana, è emblema di Patria, intesa sia come propria Patria, nostra Gerusalemme, nostro Israele, nel mio caso Pomigliano d’Arco, Napoli e l’Italia, è anche emblema della Patria di tutti, la Patria Celeste, che ci attende. Il 4 è infatti la pietra cubica, la base del mondo, della Terra, dell’Universo, degli Universi.
Nella sua valenza di numero generatore esso rappresenta anche la vita nei suoi quattro periodi: infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia.
QUINTO COMANDAMENTO
- “Non uccidere”
Il 5 è il numero emblema della vita, rappresenta il Capo Religioso, il Sommo Pontefice, Sommo Sacerdote, la guida che indica all’uomo il cammino verso la sapienza attraverso l’etere sottile che è la quintessenza. Per etere intendiamo la via da seguire, lo spirito di Dio, che non viene solo dal cielo, ma dai cieli dei cieli. Trascendente.
Il 5 è anche simbolo del matrimonio o dell’ordinazione sacerdotale. 5 sono infatti le offerte del sacerdote, 5 gli elementi che potevano essere ingerite nel campo, 5 i fratelli che Giuseppe presentò al Faraone e 5 i doni che fece a Beniamino.
Riguardo al matrimonio, con esso si dà la vita, è numero cardinale, germoglio di vita, la lettera ebraica He, la Greca Epsilon, l’italiana E o H. la lettera della vita.
Per questi motivi l’uccidere sovverte il dono di dio, la vita, spargendo sangue, o spargendo maldicenza, capovolgendo il Pentagono, cioè trasformando la vita in morte brulla, deserto, ossia sacrilegio, nei confronti delle guide religiose e dei Sacramenti.
Il 5 è numero di Marte, che ricorda la decapitazione del Battista, e 5 sono le pietre usate da David per sconfiggere il male Gigante e dissonante, Golia. Per ben 5 volte, inoltre, Gesù predice la sua Passione. Quindi uccidere è sovvertire il martirio, sovvertire la pace con la guerra, la testimonianza pacifica con la guerra santa o con qualsiasi tipo di guerra.
SESTO COMANDAMENTO
- “Non commettere adulterio o atti impuri”
Il numero 6 rappresenta il Sacramento del Matrimonio ( 3 volte 2 il numero pari, 2 volte 3 il numero dispari), ossia la sacra unione, vincolo sacro indissolubile. Nonché rappresenta Dio nei suoi due stadi, manifesto (immanente) e non manifesto (trascendente) 3+3. È ossia la nuova vita, la nascita frutto del matrimonio. 6, infatti, corrisponde alla lettera Var, uomo, in Greco Epsilon, in italiano U o V. Il nuovo uomo, le future generazioni.
Commettere atti impuri od adulterio significa raddoppiare il 6, 66 trasgredire alla Sacra Unione per egoismo, compiendo atti impuri, l’uomo che replica sé, 66 appunto, che trasgredisce il rapporto uomo donna e la sua sacralità. Ricordiamo che replicare tre volte 6, 666, è l’uomo che nega la divinità, l’anticristo, che si erge a Dio.
SETTIMO COMANDAMENTO
- “Non Rubare”
Il 7 rappresenta l’unità perfetta del cosmo (3+4= trintà+doppia dalettica/fondamento dell’Universo) (2+5= rapporto uomo-Dio+tensione e aspirazione verso Dio dell’uomo)
Rappresenta il Creato:
7 corpi celesti (Sole, Luna, Marte, Giove, Saturno, Mercurio, Marte);
7 stati della materia ( aeriforme, nebuloso, atomico, quadruplonebuloso, igneo, freddo, omogeneo)
7 profumi ed essenze (odori aromartici-alloro, odori fragranti-gelsomino, odori ambrosi –ambra, odori agliacei-aglio, odori fetidi-valeriana, odori tossici-solanacee, odori nauseabondi- cucurbitacee);
7 le piante in botanica (alberi, arbusti, felci, erbe, muschi, alghe, funghi)
7 i colli dell’Urbe;
7 è il giorno di riposo consacrato a Dio
7 i mari
7 le isole
7 i deserti
7 i doni dello Spirito Santo (Sapienza, Intelligenza, Fortezza, Consiglio, Scienza, Pietà, Timor di Dio)
Il 7 rappresenta, insomma, tutto il creato di cui siamo custodi e non padroni. Tutto ciò che è, è di tutti. Si possiedono solo cose prive di vita, possedere una cosa significa ucciderla, esiste un solo proprietario, che è Dio, noi siamo solo custodi, contadini, pastori, artigiani, sia delle cose terrene che di quelle divine. Nomoteti. Rubare è appropriarsi di cose che Dio ci ha dato in custodia, corrompere anime innocenti, imbrogliare il prossimo, rubare abitazioni, terre, terreni, l’anima stessa, il corpo come con la pornografia o la sovversione della grazia e della bellezza asservite alla etalagia) o lo spirito.
Il corruttore pagherà più del corrotto.
7 inoltre è la fine, la lettera Zain, in Greco Omega, in italiano Z. collegato alla fine dei tempi, alla Rivelazione. 7 sono le visioni di Giovanni, 7 le Chiese cui scrive, 7 le trombe, 7 gli angeli, 7 gli occhi dell’agnello Gesù Cristo, 7 le coppe colme d’ira.
OTTAVO COMANDAMENTO
- “Non pronunziare falsa testimonianza contro il prossimo”.
L’8 rappresenta l’Uguaglianza formale e sostanziale innanzi a Dio, in Dio, per Dio e di Dio stesso. (3+3+2=Trinità Perfetta+rapporto uomo- Dio; 3+5= Trinità+ tensione ed aspirazione dell’uomo verso Dio.).
La lettera ebraica è la Heat, in Greco Eta, Ch.
Il nome Noè è 2 volte 8, Gesù è tre volte 8 (888) in contrapposizione all’anticristo, tre volte 6 (666). 8 è anche il numero di Dioniso, il Dio incarnato e risorto, teofania del Cristo, “Dioniso contro il Crocefisso”, ossia la Risurrezione che vince la morte (cfr F.W. Nietzsche “Ecce Homo, come si diventa ciò che si è”, Capitolo “Perché sono un destino” “aforisma 9”).
L’8 in Sanscrito è l’infinito, tutt’ora da noi rappresentato come un otto disteso, coricato.
Ma l’8 ritto è anche e soprattutto unione dello Spirito di Dio con l’Uomo, cioè la Legge, l’Alleanza tra Dio e l’Uomo.
Chi dice falsa testimonianza, gratuitamente o pagato da legulei, imprenditori, ricchi, potenti, commette uno dei peccati più gravi, sacrilegio! Agendo contro il prossimo agisce contro la Legge stessa, contro Dio e contro la sua Santa Alleanza.
NONO COMANDAMENTO
- “Non desiderare la moglie del prossimo”
9 è il numero della culminazione del tempo, per Raimondo Lullo è il valore di divisione delle figure concentriche tutte.
Rappresenta la luna, la donna. la lettera ebraica Teth, Greco Tetha, italiano T.
È il numero della maraviglia, della donna! La donna, nessun numero può andare oltre il numero 9 così come l’orizzonte comprende tutti gli universi che l’uomo può vedere in una occhiata.
Nove erano le muse, nove i braccialetti indossati dalle donne nelle cerimonie.
La donna impegnata, lampada velata. Il 9 ci invita alla prudenza, a temperare la fragiulità, che esso rappresenta da parte maschile.
È un abominio rompere o corrompere una donna avvolta in un sacro vincolo (lampada velata), sia ella impegnata con un uomo o sia ella consacrata a Dio.
DECIMO COMANDAMENTO
- “Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa del tuo prossimo”
Il 10 è il numero dell’inizio, il primo numero, che contiene ogni numero, che contiene il tutto ed il nulla (composto da 1 e da 0). È la somma della conoscenza riunita nella nuova umanità.
Simboleggia la Legge. 1 (Dio)+2(materia)+3(mondo fisico)+4(riproduzione). È la totalità del cosmo, la divinità, indica la lettera Iod, con cui si designa Dio, in Greco Iota, in italiano J, I, Y. È la panteleia, ciò che tutto completa, tutto contiene ed a tutto dà origine.
È la legge che rende liberi (Sub Lege Libertas), l’abolizione della schiavitù, mai più schiavitù come quella d’Egitto.
10 è l’inizio, il Decalogo, giungere alla Patria liberi con un alleato che mai ci abbandona, Dio. Dopo 10 miracoli in Egitto, 10 nel mar Rosso, 10 volte che il Popolo ha rinnegato il Sacro, ha mancato di Fede, ha rinnegato Dio e dopo 10 volte che Mosè è stato messo alla prova.