Giustizia; Raffaello
Dal 22 giugno 2015 l’aula dedicata alla vittima del dovere Claudio Graziosi, presso la sede del IV Reparto Mobile di Napoli, salita Pizzofalcone, ospita il museo della storia della Polizia di Stato .gestito dall’ ANPS sez. Napoli
Due filmati che ne illustrano, attraverso i cimeli, la storia.
Un breve filmato sulle note di “Giocondità” , marcia ufficiale della Polizia di Stato scritta dal maestro Giulio Andrea Marchesini nel 1928.
Seconda parte del video sul museo della storia della Polizia di Stato, ospitato presso la sede del IV Reparto Mobile di Napoli, salita Pizzofalcone, nell’aula dedicata alla vittima del dovere Claudio Graziosi. Questo video sarà fatto di immagini in cui ripercorreremo la storia della Polizia , avrete modo di vedere alcuni cimeli ivi esposti ed alcune immagini storiche. Un grazie all’ANPS (Associazione Nazionale Polizia di Stato) sezione Napoli, che gestisce e custodisce il museo nel pieno spirito associativo, ossia trasmettere alle giovani generazioni i valori del Corpo, di giustizia e legalità, come recita il motto della P.S. “sub lege libertas”, cioè solo sotto l’imperio delle leggi possiamo essere veramente liberi. Il breve filmato sarà accompagnato da: “Il Canto degli Italiani”, più noto come” l’Inno di Mameli”, scritto nell’autunno 1847 da Goffredo Mameli su testo di Michele Novaro, inno Nazionale Italiano; dalla “Canzone del Piave”, conosciuta anche come” La leggenda del Piave”, è una delle più celebri canzoni patriottiche italiane, il brano fu composto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario); dal “Silenzio d’Ordinanza”, di origine americane (TAP) risalente al 1869 durante la guerra tra nordisti e sudisti; dallo “Squillo d’Attenti”; da “Va Pensiero”, di Giuseppe Verdi, uno dei cori più noti della storia dell’opera, del 1842, collocato nella parte terza del Nabucco, dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia; da Salve Bandiera, di autore anonimo; e infine da “Giocondità” , marcia ufficiale della Polizia di Stato scritta dal maestro Giulio Andrea Marchesini nel 1928.
Giovanni dichter Di Rubba 