L’Incubo della Iperrealtà, il Mondo senza Valori

Sulla scia dei tre Simulacri di  Baudrillard  traiamo tre ordini di sistemi, il Naturalista ove c’è immersione e connessione col tutto armonico e la trascendenza stessa armonizza.

L’Utilitarista, ove vige l’utilità ed il profitto, anche nella pena. Qui tuttavia è temperato dal sistema axiotico.

L’Iperreale, infine, oltre la realtà.

Le Macchine consentono di essere in un altrove artificiale di là dal reale pur restando quivi, con ciò escludendo il trascendente e eliminerebbero il vero-e viceversa-

Axioticamente c’era bisogno, come accennato, di principi axiotici anche nella utilitaristica, onde evitare l’emergere della logica del profitto come base fondante la società.

Stesso dicasi nella naturalista ove l’axiotica era il sorriso sull’assoluto.

Si riduce dunque il tutto ad un problema axiotico.

Generare trascendenza reca in sé generare sia essere che non essere. Prima Facie, Ma sappiamo che l’essere se non dal trascendente non  può essere posto in sé in quanto genealogico di ciò che si manifesta ed è con l’apparenza.

Nel reale infatti l’apparenza genera esseri con anima, spirito e corpo.

Possono tali essere creati da altro essere?

La risposta è no. Altrimenti andremmo fuori da ogni quadro axiotico rinunciando alla axiotiva,   leggi base, non si produrrebbero, che minerebbero in sé la trascendenza.

Di piu’ ricordando che gli essenti non possono generare valori ma solo leggi morali, etiche, giuridiche etc, da quadri axotici.

In buona sostanza l’essente parrebbe come una macchina di non essere, con le conseguenze del caso. In una società deframmentata sarebbe vittima delle patologie sociali, spleen, noia, disagio, tristezza, insofferenza, dissociazione dal reale. Dipendenza dalla macchina che, come detto, plasmando non essenze si nutre del suo involucro.

Una immersione nel nulla generato dal non essere.

Giovanni Di Rubba

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